Benché il sonno, come ampiamente dimostrato, sia una funzione fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere, le società sviluppate hanno dato sempre meno importanza al sonno, riducendo negli ultimi 50 anni di circa 2 ore, il tempo dedicato a questa necessità fisiologica.
La riduzione di sonno ha riguardato non solo la popolazione adulta ma anche le giovani generazioni, con importanti conseguenze per la loro salute che, come è stato dimostrato, vanno dall’obesità alla possibilità di sviluppare diabete, ipertensione, infiammazione cronica e patologie cardiocircolatorie. Nei bambini e adolescenti, la riduzione di ore dedicate al sonno, determina una riduzione della produzione dell’ormone della crescita (GH), ormone indispensabile per il loro sviluppo fisico e mentale. Inoltre, è dimostrato che la deprivazione di sonno riduce il rendimento scolastico con deficit di attenzione, di concentrazione e di memoria, è frequentemente responsabile di disturbi del comportamento con agitazione ed irrequietezza tanto che molti bimbi che presentano problemi di questo tipo vengono etichettati come socialmente difficili.
Diverse ricerche, inoltre, hanno riscontrato una correlazione tra molte anomalie del sonno e l’uso di sostanze che creano dipendenza. I dati che ci arrivano da molte ricerche sull’utilizzo di droghe tra i giovani e giovanissimi e i conseguenti possibili disturbi del sonno, sono un campanello d’allarme su cui vale la pena porre l’attenzione.
Secondo lo studio ESPAD (European Survey Project on Alcohol and Other Drugs) Italia, condotto nel 2018 dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), che ha analizzato i consumi di sostanze psicoattive tra gli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, il 33,6 % degli studenti italiani, pari a circa 870.000 ragazzi, ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita.
Ma gli operatori dei servizi pubblici hanno rilevato che il fenomeno è in continuo aumento e l’età si è abbassata, arrivando a coinvolgere quelli che sono in realtà poco più che dei bambini, giovanissimi tra gli 11 e i 14 anni.
La diminuzione del tempo di sonno, l’aumento della latenza del sonno e del tempo di veglia dopo l’inizio del sonno e la carenza nella generazione di sonno a onde lente, sembrano essere comuni all’uso cronico di alcol, cocaina, cannabis e oppiacei. Anche il sonno REM è influenzato dall’uso acuto e cronico di tali sostanze, ma può essere più sensibile al modello o alla quantità dell’uso recente e al tempo trascorso dall’ultimo utilizzo, poiché i risultati variano maggiormente tra gli studi. Sono emerse prove evidenti che indicano come le alterazioni del sonno, dovute all’uso di sostanze, sono simili sia tra gli stimolanti del sistema nervoso centrale che tra i depressivi.
Per quanto riguarda la marijuana, questa interagisce con il sistema endocannabinoide del corpo legandosi ai recettori dei cannabinoidi, in quanto questo sistema è coinvolto nella regolazione del ciclo sonno-veglia. I disturbi del sonno sono un sintomo molto comune di astinenza da marijuana.
È evidente che l’uso di sostanze causa problemi di sonno; ma l’insonnia e il sonno insufficiente possono anche essere un fattore che aumenta il rischio di tossicodipendenza e dipendenza. La maggior parte dei tipi di sostanze intacca i sistemi di regolazione del sonno nel cervello, compromettendo fortemente il tempo necessario per addormentarsi, durata e qualità del sonno.
I tossicodipendenti si trovano a fare i conti anche con l’insonnia durante l’astinenza, che alimenta il desiderio di droga e può essere un fattore importante che porta alla ricaduta.
Inoltre, a causa del ruolo centrale del sonno nel consolidamento di nuovi ricordi, un sonno di scarsa qualità può rendere più difficile l’apprendimento di nuove capacità di coping e di autoregolazione necessarie per il recupero.
Problemi di sonno nell’infanzia, possono evidenziare l’insorgenza precoce dell’uso di sostanze e problemi comportamentali nell’adolescenza.
Risulta quindi evidente che i meccanismi che regolano il ciclo sonno-veglia, riguardano un’area del cervello molto importante, con un grande potenziale di studio ed intervento per prevenire l’uso di sostanze e per trattare l’insonnia, uno degli effetti collaterali più debilitanti associati ai disturbi dell’uso di sostanze e non solo.